Dove comincia l'Appennino

Il maggio di Cicogni

il corteo di paesani e visitatori percorre il paese preceduto dai suonatori : 2004 / PF A Cícogni, in alta val Tidone, la festa del maggio si svolge durante l'intera giornata del primo maggio, anziché la sera precedente come a Marsaglia, Santo Stefano d'Aveto e Busalla.

Fin dal mattino il gruppo dei cantori si sposta tra le aie del paese e vi sosta per cantare e assaggiare salumi, focacce, vino, biscotti e le altre offerte degli abitanti. Il canto che annuncia il maggio viene ripetuto spesso (una decina di volte nell'arco della giornata), secondo le strofe riportate sotto, accompagnate dalla fisarmonica.

E l'è rivà il primo di maggio
con l'erba e con la foglia, [1]

e con l'erba e con la foglia
la fresca rugiada.

L'è venuta una brinata
e l'erba le se n'è andata,

l'è venuta una rugiada
e l'erba l'è ritornata...

Dentro dentro questa casa
c'è una sposa brava

e se lei la sarà brava
la mi darà le uova;

metti la scala alla cascina,
dammene una ventina,

metti la scala al cascinotto,
dammene sette-otto! [2]

E d'in co de l'orto
ghe canta lo merlo,

e d'in co de l'orto
gh'è fiorì la fava. [3]

La sia nera, la sia bianca,
basta che la canta.

L'ha sentì ciucà la sdêla,
la donna la si fa bella.

balli durante il maggio 2004 / PF La gallina che fa le uova
non è più pollastra,

le ragazze che fan l'amore
non son più bambine.

E se avremo un figlio maschio
lo faremo prete. [4]

E scüzême un po'
se ho cantato poco:
ora vo' a cantà
'n un altro posto... [5]

Viva la ciössa
cun tütti i sô ciüssein,
crapa la vulp
cun tütti i sô vulpen. [6]

Addio a tutti,
addio alla compagnia:
se vado via,
'n altr'anno ritornerò. [7]

Note

1: Simile all'attacco di Marsaglia e di Santo Stefano d'Aveto: "Noi siam venuti a dire | che maggio l'è arrivato | con l'erba e con le foglie."

2: Simile al testo di Marsaglia e a quello della galina grisa di Romagnese, paese poco distante: "Mêta la scala a la cascina, | öv dêia giü a la ventina, | mêta la scala al casinôt, | öv dêia giü a vôt a vôt, | mêta la scala al pulè, | öv dêia giü a sêt a sêt". (Canti e musiche popolari dell'Appennino pavese / Citelli, Grasso: cura)

3: Simile al testo della galina grisa di Romagnese: "In co de l'orto | c'è fiorì la fava, | dentro dentro in questa casa | c'è dla gente brava". (Op' cit')

4: Strofa evidentemente destinata a ingraziarsi anche il prete.

5: La monotona sequenza delle strofe si interrompe con alcune strofe di melodie diverse, forse aggiunte in tempi successivi.

6: Nel caso che i cantanti non fossero stati soddisfatti dell'offerta, questa sentenza finale, comune a vari maggi liguri, variava invertendo il destino della chioccia e della volpe. A Santo Stefano d'Aveto c'è un analogo augurio di sapore ricattatorio: "e dêine, dêine delle ova | delle vostre galline, | Dio ve le guardi dalla volpe | che a ne mangêsse tütte".

7: Anche la strofa di congedo è presente in altri maggi, ad esempio a Santo Stefano d'Aveto: "E noi ce ne andiamo | e vi lasciamo | con la buonanotte a tütti!".

un panorama di Cicogni / PF


Al canto del maggio sono intercalati altri canti popolari e da osteria, come "Aveva gli occhi neri", "Dove l'è la Luigina", "Il galletto", "Ohi che paesi, ohi che città", e canzoni più recenti come "Marina" (comunque diffusissima nelle feste popolari) e brani di Claudio Villa. I canti sono in parte accompagnati dalla musica di piffero (Ettore Losini "Bani"), fisarmonica (Claudio Rolandi) e talvolta musa (Pier Carlo Cardinali), che eseguono anche pezzi strumentali di liscio da piffero. In uno spiazzo vicino alla chiesa è allestita una cucina all'aperto con tavoli, dove si svolgono un pranzo e una cena collettivi con polenta, carne ecc.

Dove l'è la Luigina
che sul ballo la gh'è no?...

R: La bâla pian pian pian,
  la bâla pian pianin...

L'è di sopra in camerella
a cucire e a ricamar.

Cosa l'è che la ricama?
Fazzoletto dell'amor...


Piercarlo, Bani e Claudio durante il maggio 2004 / PF Ohi che paesi, ohi che città
che non si vede né un prete né un fra'!

Ho visto un gallo tutto contento
che con la coda spasava la câ

Chicchirichì faceva il mio gallo,
con un piede montava a cavallo

e col becco teneva la gallina
e col cü la sdassâva la farina.

Amar le donne, amarle assai,
volergli bene... sposarle mai.

trascrizione e note di Claudio Gnoli
fotografie di Paolo Ferrari Magà

 


Il maggio di Cicogni (Dove comincia l'Appennino) / redazione ; © autori -- <https://www.appennino4p.it/cicogni.htm> : 2004.12 - 2005.02 -