Dove comincia l'Appennino

Diario di un ballerino

Sono solo un ballerino, uno dei tanti "malati" di piffero, uno di quelli che nei giorni di festa si inerpicano con le loro auto per strade di montagna sulle orme dei suonatori per arrivare là dove una festa sta per avere luogo. Non ho alcun titolo o competenza per parlarvi della cultura delle Quattro Province, ma nel condividere alcune pagine del mio diario voglio soltanto cercare di esprimere una parte delle mie emozioni, aspettando magari di conoscere le vostre. (Non sarebbe bello che questo fosse solo il primo di una serie di diari, o meglio ancora, che col tempo si arrivasse ad un diario collettivo?...)

Permettetemi di dedicare questo mio scritto a tutti i capifesta, figure fondamentali nella trasmissione della cultura dell'Appennino. Senza lo sforzo dei loro cuori e delle loro volontà la tradizione sarebbe solo il racconto di chi ricorda e non l'esperienza di chi vive.


26 giugno

Dopo un anno di nuovo a Degara. Quasi l'inizio di una nuova stagione di ballo, di un nuovo migrare per i paesi appenninici alla ricerca di quel suono vero, del suono del piffero. Un nuovo compleanno di Bani, in questo posto dal fascino misterioso. Una festa che è tante cose insieme. È una sagra (dove si mangia sempre molto bene), è un appuntamento musicale, è danzare fino al mattino e addormentarsi in tenda mentre l'eco di un altro canto spontaneo si diffonde nell'aria.


27 giugno

Gli amici che stanno facendo colazione nel centro di Bobbio con me non hanno molta voglia di muoversi, e nonostante la loro compagnia sia al solito molto piacevole io "devo" salutarli... Un altro viaggio sta per cominciare! Marco e Cesare suonano sul monte Antola e quest'anno non c'è la pioggia a fermarmi come nei due anni passati. L'auto risale il corso del Trebbia fino al passaggio del confine ligure e poi sale fino a Casa del Romano. A questo punto sono i piedi ad entrare in azione... non per ballare ma per iniziare l'ascensione alla cima di uno dei monti più belli del nostro Appennino...

Giunge il suono del piffero... Marco e Cesare hanno già cominciato a suonare e l'armonia si diffonde tra la molta gente qui convenuta... Non ci sono molti ballerini (probabilmente sono tutti a dormire dopo la notte di Degara) ma è bello sentire l'autenticità di una festa in questo posto incantevole.


3 luglio

In parte Cesare mi aveva messo in guardia con la storia della fatica con cui aveva portato i cavalli da Capanne di Cosola a Bogli... Ma in fondo, mi dicevo, che cosa possono essere 7 chilometri? La mia macchinetta scende su una strada stretta e sterrata ed io mi sto domandando dove sto andando, e come sarà la risalita...

La preoccupazione passa quando mi appare uno dei più bei paesi di montagna che abbia mai visto. Lascio l'auto e subito mi dirigo verso il centro del paese, non prima di aver bevuto ad una freschissima fontana. Entro in un salone e vengo accolto da un saluto pieno di calore. Marco e Cesare, che tra non molto daranno inzio al ballo, e molti altri amici sono seduti a tavola conversando, cantando e naturalmente mangiando dei fantastici ravioli, che per fortuna si materializzano anche nel mio piatto. Accoglienza, amicizia, racconti, amore per il proprio paese e per la propria storia... «Avere un paese dove tornare è già avere molto»... Il gentile commensale che mi dice ciò forse non si rende conto di aver trovato la chiave di quella cultura che chiamiamo delle Quattro Province.


4 luglio

Non posso non pensare alla canzone del Draghino ogni volta che vado a Montebruno, passando per quella magica porta che congiunge tre valli che si chiama passo della Scoglina. A maggior ragione oggi che vi suoneranno Stefanino e Franco, quasi a far riecheggiare le melodie del leggendario suonatore.

Il paese è pieno di gente convenuta per una maratona, e sembra quasi che nessuno stia aspettando i musicisti: Franco, Stefanino e Maddalena, però, non si scompongono, sempre pronti a regalare con la loro musica un'emozione e una storia a chi ha il cuore pronto per ascoltare. Subito una suonata nella piazza del santuario... e tra i presenti cominciano a riaffiorare ricordi di antichi musici e gighe. Poi andiamo in un bar del paese... e nasce anche il ballo! Ci accorgiamo che il ballo a saltini non è del tutto sconosciuto ai giovani di Montebruno... La tradizione è un fiume sotterraneo che affiora all'improvviso.


10 luglio 2004

L'auto arranca su per gli ultimi tornanti prima del passo della Forcella, una delle porte che fanno entrare in una valle bellissima: la val d'Aveto! Questa sera nella località principale, Santo Stefano, suoneranno gli "Enerbia" in formazione al completo. Anche se per me Franco, Stefanino e Maddalena sono sempre una "sicurezza", è forte la curiosità di sapere come la loro proposta musicale verrà accolta. La val d'Aveto è una zona fortemente ancorata alle proprie tradizioni, ma da tempo ormai la musica e la danza popolare sembrano dimenticate. E che ballo ci sarà?... La serata è fredda, ma la piazza del paese si riempie di persone. La voce di Maddalena canta e racconta, tutti i musicisti stanno dando il meglio con quel mix di suoni, tradizionali e innovativi insieme, che caratterizzano l'"Enerbia sound". Riconosco tra i presenti molti chiavaresi come me che sono qui a villeggiare, tra questi una cara amica ballerina (allora almeno una polca a saltini...) Poi riconosco una coppia di ballerini milanesi... Sì, anche il ballo comincia a formarsi, ancora una volta ti accorgi che è bello esserci.


21 agosto

Perché definiamo un posto magico? Perché certi luoghi, senza che siano direttamente legati alla nostra storia personale, diventano per noi luoghi dell'anima? Mentre torno dopo un anno qui a Negruzzo questi interrogativi passano per la mia mente, ma non c'è tempo per rispondere... Le antiche pietre di questo borgo, cariche di storia, sembrano chiamarmi alla festa. I pifferai e i ballerini stanno già passando di corte in corte, regalando l'armonia della musica a chi apre la porta e ricevendo sempre un'accoglienza semplice e sincera. La sera, dopo una cena con dei meravigliosi ravioli, tutti i musicisti convenuti saturano l'aria di armonia con la loro bravura e generosità. Mentre scrivo queste poche note sul mio diario alla mente torna la bellezza malinconica di un valzer composto da Marco e che ho sentito per la prima volta in questa occasione. E nel cuore torna la voglia di ripartire...
 


23 ottobre

Se Cosola, grazie a molti cari amici, è una specie di casa per noi ballerini "malati" di piffero, Capanne di Cosola è il salotto buono, quello dove si entra per le grandi occasioni. La Curmà di pinfri, un avvenimento difficile da raccontare: come spiegare cosa vuol dire vedere tutti in una sera quegli artisti che ami non solo per la loro bravura, ma anche per la loro umanità? Un sogno... da cui mi risveglio solo la mattina dopo, quando una telefonata mi avverte: «Riccardo, ieri sera hai perso la postamat, ma non ti preoccupare, l'abbiamo ritrovata... Te la spedisco.» Quegli stessi amici che hanno reso possibile una festa così bella sono quelli che mi salvano da un inconveniente alquanto fastidioso. Una ragione in più per ringraziarli.


31 ottobre 2004

«Riccardo, questa sera vieni su all'Alpe?» Franco ha appena finito di suonare con Stefanino in un pomeriggio di festa a Cerignale ma già il suo pensiero corre alla festa della sera all'Alpe di Gorreto. La mia risposta non può che essere affermativa, è sempre un piacere tornare tra i cari amici dell'Alpe... Salutiamo Stefanino, perché questa sera sarà Fabrizio a fare coppia con Franco.

La sera a tavola prima del ballo, mentre tutti siamo alle prese con una pizza buonissima (all'Alpe si mangia veramente bene!), inizia il racconto degli aneddoti sulla vita dei leggendari pifferai... È bello immaginare come suonassero, ma è ancor più bello avere la consapevolezza che, quando fra poco Fabrizio e Franco inizieranno a suonare, qualcosa dei musici che li hanno preceduti nei secoli arriverà anche a noi, e che questa trasmissione è stata resa possibile solo dall'amore tenace per le proprie radici della gente che vive in quella terra di confine che chiamiamo delle Quattro Province.

RP

 

 

 


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