Dove comincia l'Appennino

Un piffero in Giappone


Mitsuru Miyashita e Keiko Asaki sono una coppia di musicisti giapponesi. Il loro duo, oltre alla musica tradizionale giapponese del Novecento (douyou), esegue brani popolari francesi e italiani, animando ristoranti e luoghi pubblici con piccoli ma numerosi concerti.

Nel giugno 2008, Mitsuru e Keiko sono venuti in Italia per seguire un corso sulla musica popolare italiana a Firenze. Carichi di una chitarra, un flautino a fischietto (tin whistle) e una piccola fisarmonica tedesca con mantice di Castelfidardo, hanno poi raggiunto in treno Piacenza, da dove sono stati accompagnati alla scoperta delle Quattro Province: navigando per Internet, infatti, erano rimasti particolarmente affascinati dalla nostra musica.

Le curve della val Trebbia, una stradina in mezzo ai boschi: un'Italia diversa dalle città che hanno già visitato, e diversissima dalle loro ultramoderne Nagano e Tokyo... L'auto sbuca infine in un gruppo di case rurali, dalla cui soglia si affaccia il signore al quale hanno commissionato un piffero.

Saluti e presentazioni si svolgono con l'aiuto di un interprete da italiano a inglese e di un computer palmare che contiene un dizionario giapponese-italiano. Ma presto l'impaccio della lingua è superato dalla semplicità del laboratorio di Bani, dalla sua cordialità e il suo entusiasmo nel mostrare i suoi strumenti a chi è venuto da tanto lontano. E per intendersi su scale e tonalità, si fa prima a fare un esempio suonando che a parlare. Sarà questo che chiamano mediazione culturale?

Ed eccolo pronto: sì, questo è il piffero per Mitsuru. Il nostro musicista è emozionato: conosce bene gli strumenti a fiato, ma non ha mai preso in mano un oboe popolare. Sulle prime, soffiare nell'ancia doppia non è semplice, ma Bani dà le prime indicazioni e spiega che con il tempo i muscoli della bocca impareranno da soli ad assumere la postura più efficace, e le ance si ammorbidiranno. I ragazzi non si scoraggiano, e poco dopo sono già in grado di accennare l'attacco di una polca delle Quattro Province.

La sera, Mitsuru e Keiko sono ormai entusiasti anche se ancora disorientati, stanchi per il cambiamento di fuso orario, per il cambiamento di mondo. L'indomani si risvegliano nella tranquillità montana di un albergo a Cosola, nel cuore nascosto delle Quattro Province. Qui continuano gradualmente la conoscenza di quella musica e il dialogo sulle rispettive culture sonore. Ci parlano dalla musica gagaku, di origine cinese, diffusa nell'ambiente imperiale giapponese fra il 1100 e il 1500 dopo Cristo, e composta anche oggi; lo strumento più usato per eseguirne le melodie è una sorta di piffero chiamato hichiriki, anch'esso di origine cinese, della lunghezza di 18 centrimentri ancia esclusa; ha sette fori anteriori e due posteriori, e suona fra i 710 e i 784 hertz.

Frattanto arrivano nella sala alcuni dei principali canterini delle Voci libere di Cosola. Mitsuru e Keiko eseguono per loro alcuni canti tradizionali, fra cui uno ottocentesco dedicato alla fioritura dei ciliegi sakura, classica immagine del Giappone dalle molte sfumature simboliche. Il repertorio comprende canzoni tradizionali enka, di un sapore nostalgico apprezzato soprattutto dai giapponesi meno giovani. L'andamento solenne della fisarmonica di Keiko e la voce profonda di Mitsuru riscuotono grande ammirazione: Romana, Renzo e Giovanna non possono allora trattenersi dall'intonare a loro volta, in una sorta di competizione intercontinentale, "Son tornata dalla Francia", "Angiolina, bella Angiolina" e "Il mulattiere"; ma gli ospiti rimangono all'altezza della situazione eseguendo, con pronuncia sorprendentemente precisa, un eccellente "Nel blu dipinto di blu"!

La jam session riprende l'indomani, quando le Voci libere di Cosola si ritrovano al completo nella sala dell'albergo, ed alternano canti tradizionali del loro repertorio ai canti e alle suonate dei visitatori asiatici insieme a Fabio Paveto, che mostra anche loro vari aspetti della tecnica del piffero.

L'iniziazione sul campo alle Quattro Province continua in una ruspante cascina popolata di mucche e cani, a una cena fra amici: accolti fraternamente come un qualunque commensale, i nostri intrepidi sopravvivranno brillantemente ai vassoi di coppa piacentina, ai passi della polca a saltini, a una visita nella stalla e al repentino scoppiare di un poderoso "E lé la va in filanda..."

Giorni che non dimenticheranno troppo presto, dopo essere ripartiti portando con sé quello che è probabilmente il primo piffero in terra nipponica.

 

 


Un piffero in Giappone = (Dove comincia l'Appennino) / redazione ; © autori -- <https://www.appennino4p.it/giappone.htm> : 2008.04 - 2008.08 -