Dove comincia l'Appennino

Gruppi musicali

Oltre al duo tradizionale di piffero e fisarmonica, diversi suonatori locali e forestieri danno vita a formazioni più numerose, che eseguono brani del repertorio tradizionale delle Quattro Province con arrangiamenti più o meno elaborati in direzione del bal folk o di altre influenze. Aiutateci a correggere e completare questa pagina scrivendoci a redazione@appennino4p.it !


Gruppo Ricerca Popolare

(Da non confondere col pugliese Gruppo di Ricerca Popolare.) È fondato nel 1975 dai genovesi Mauro Ierace (chitarra), Giuliano Merialdo (chitarra, piffero, dulcimer), Mario Sommariva (violino e mandolino) e Giorgio Pupella (che presto abbandona per trasferirsi a Bologna). Consigliato dagli etnomusicologi Edward Neill e Mauro Balma, compie ricerche nella zona di Poggio Moresco, di dove è originaria la madre di Merialdo, e Bobbio, dove entra in contatto con Ettore Losini, producendone nel 1978 il significativo 33 giri "Marinaio che cosa rimiri", con l'apporto di Giovanna Ponsano e Mariella Prato (voci) e Alfredo Alacevich (chitarra e mandolino). La formazione si scioglie nel 1980, ma Merialdo ottiene il permesso di continuarne il nome con nuovi collaboratori facenti capo a Busalla e Genova, tra i quali la cantante Laura Parodi e il violinista Roberto Bagnasco "Basco", che promuovono nuove ricerche in val Vobbia e partecipano a "In mezu ai munti, in faccia au ma" (1988), cui seguiranno i CD "La ragazza guerriera" (1995) e "Balla ghidan" (2000). Nel 1997 vi esordiscono i 12enni Maddalena Luzzi e Matteo Dorigo. Il GRP si scioglie nel 2001, ma intanto attorno al 1985 Bagnasco e Parodi se ne sono staccati per dar vita a la Rionda, che con Pino Laruccia (marito di Parodi), Fulvio Bergaglio, Loris e Manrico Cosso, Claudio Rolandi e il cantautore Max Manfredi pratica un repertorio centrato sul territorio ligure anche costiero ("Capitan de gran valore", 1994; "Incantatrice", 2001; "Son tanti sono mille...", 2007), al pari di altre formazioni che ne derivano alcuni componenti quali la Furlancia, Per le Vie dell'Oltregiogo (col cantante Vincenzo Marchelli "Chacho"), il Ballatoio (dal 2012, col pifferaio Claudio Cacco e il cornamusista Fabrizio Pilu).


il Gruppo

Collettivo culturale attivo a Chiavari attorno agli anni Ottanta soprattutto per iniziativa di Pierluigi Giachino "Jackie" e Giorgio Viarengo "Getto", che praticano strumenti tradizionali come ghironda e piffero e con Metella Cepollina e altri compiono ricerche nell'entroterra: in particolare sui cantastorie Cereghino, dei quali una scelta di canzoni sarà poi rieseguita nel CD "Tanti van in Merica" (2004), sul costruttore di pifferi Niccolò Bacigalupo "u Grixu" di Cicagna di cui tratta il volumetto "Quel legno suona ancora", e sui canti del maggio di cui hanno promosso la riattivazione a Leivi. È in contatto con altre formazioni dell'area del Tigullio quali Lambardan, il Musicaio e gli spezzini Tandarandan.


i Musetta

Fondati all'inizio degli anni Ottanta dal pifferaio e costruttore Ettore Lòsini "Bani" e dal fisarmonicista Attilio Rocca "Tilion", presto affiancati da Piercarlo Cardinali (musa, piva emiliana, chitarra, canto) e talvolta dalla cantante tradizionale Mariarosa Mulazzi, moglie di Bani, e dal chitarrista Gigi Lanzoni; dalla fine degli anni Duemila Tilion ha ridotto l'attività ed è stato sostituito da Claudio Rolandi, Fabio Paveto o Davide Balletti, cugino di Tilion; un forte rilancio è stato inoltre apportato da Marion Reinhard, fagottista classica che ha introdotto il suo strumento nella formazione, in alternanza a un secondo piffero. I Musetta sono legati specialmente alla val Trebbia, dove la maggior parte di loro abita e dove è più diffuso il repertorio da liscio, che eseguono con modalità strettamente legate alla tradizione, pur senza aver disdegnato sperimentazioni di formazioni arricchite in versione rock (Cultura Zero, Tilion Rock Band); alla fine degli anni Duemila, Cardinali e Paveto hanno brevemente formato con Stefano Faravelli il trio Tananà. Il nome, spesso scritto Müsetta riferendosi alla pronuncia dialettale, riproduce l'espressione locale diffusa per indicare genericamente i suonatori di pifferi, muse e fisarmoniche.



la Ciapa Rusa

Attivi dal 1977 al 1997 per iniziativa dei monferrini Maurizio Martinotti e Beppe Greppi, che con vari altri musicisti hanno riproposto canti e musiche delle tradizioni piemontesi in numerosi album e concerti. Tra questi, alcuni canti e suonate raccolti nelle Quattro Province anche direttamente sul campo, con la partecipazione al piffero di Lorenzo Boioli "Lampo" e in seguito di altri esecutori. Il noto gruppo si è poi evoluto nei Tendachënt ed ha avuto altri continuatori in diverse formazioni dell'area alessandrina come i coevi Tre Martelli, le Vijà, l'Ariondassa, Banda Brisca, Calagiubella.



Tre Martelli

Attivi dagli anni Settanta a oggi con svariate formazioni, hanno prodotto numerosi album di riproposta di canti e musiche dell'area piemontese. Tra questi, contengono brani tratti dal repertorio dei pifferai (in particolare dal disco "Ernesto Sala, il piffero di Cegni") gli album "Danza di luglio" (1978), "Trata birata" (1982), "Brüzè Carvè" (1981), "Omi e paiz" (1995, con Simone Boglia e Lorenzo Boioli al piffero), "Semper viv" (2002, con Boioli al piffero). Il violinista Andrea Sibilio ha composto tre brani per piffero: "Alessandrina di Andrea" e "La Marchera/L'anvarett" (in "Omi e paiz"), e "L'ursgnò dl'eua der j'osi" (in "Cantè 'r paroli", 2012, con ospiti Stefano Faravelli al piffero e Cesare Campanini alla fisarmonica).



Baraban

Attivi dal 1982, ripropongono in chiave folk un repertorio principalmente lombardo, proveniente fra l'altro dall'Appennino pavese dove il cantante Aurelio Citelli e il violinista Giuliano Grasso hanno realizzato documentazione sul campo, in parte pubblicata nella musicassetta e CD "Canti e musiche popolari dell'Appennino pavese" ed eseguita nel 33 giri "Musa di pelle, pinfio di legno nero..." (1986?), entrambi accompagnati da utili libretti.



Suonatori delle Quattro Province

Attivi negli anni Ottanta e Novanta sulla base del duo tradizionale del pifferaio e cantante Stefano Valla e del fisarmonicista Franco Guglielmetti, affiancati dal genovese Andrea Masotti alla musa e in seguito da altri musicisti (Edoardo Lattes, Roberto Sacchi) con sintetizzatore e chitarre. Hanno prodotto diversi album, tra cui il rinomato "Racconti a colori" (1993) che combina esecuzioni tradizionali con arrangiamenti e composizioni originali orientati perlopiù verso il jazz, e l'esperimento leggero-cantautorale "Notte a tre zeri".


Mons Conicus

Attivi dal 1994 agli anni Duemila sulla base del duo tradizionale del pifferaio Roberto Ferrari e del fisarmonicista Claudio Rolandi (poi Stefano Mantovani) affiancati da Fabio Zanforlin con una musa da loro realizzata. Si sono spesso accompagnati con un gruppo di ballerini in costume tradizionale formando i Suonatori e ballerini di Menconico. Il nome è riferito alla presunta etimologia del paese connessa alla sagoma del soprastante monte Penice.



Epinfrai

Attivi in un breve periodo attorno al 1999 con il pifferaio tradizionale Marco Domenichetti ai fiati, Daniele Bicego alla musa, Alberto Graziani alla chitarra e Paolo Malusardi al pianoforte. Hanno eseguito concerti e interessanti sperimentazioni sulla base di un repertorio simile a quello dei Suonatori delle Quattro Province contaminato con sonorità jazz e classiche, espresse nel CD "Cercando", per poi continuare in parte nei Lampetron. Il nome è la contrazione dell'espressione dialettale "i pifferai".



Lampetron

Attivi negli anni Duemila sulla base del duo tradizionale del pifferaio Marco Domenichetti, più tardi sostituito da Stefano Faravelli, e del fisarmonicista e notevole cantante Cesare Campanini, affiancati dal milanese Daniele Bicego alla musa e talvolta da altri strumentisti (Paolo Domenichetti al basso elettrico e acustico, Giorgio Guerra a batteria e percussioni, Paolo Malusardi a pianoforte e tastiere). Hanno eseguito un repertorio simile a quello dei Suonatori delle Quattro Province. Il nome deriva dall'espressione popolare, già ripresa da Roberto Ferrari, scherzosamente riferita a un duo di suonatori non ben coordinati, così come il lampo non lo è col tuono.



Spunciaporchi

Popolare gruppo cabarettistico del Genovesato, che insieme a canzoni liguri ed altri brani ne esegue alcuni del repertorio delle Quattro Province, con Roberto Tubino al piffero.


Enerbia

Attivi dagli anni Novanta per iniziativa del fisarmonicista tradizionale Franco Guglielmetti con la moglie violinista Maria Maddalena Scagnelli. Ripropongono, specialmente nell'area piacentina, soprattutto il repertorio musicale e canoro delle Quattro Province, su una base tradizionale con influenze della musica antica, classica e folk, con apporti di piffero (Stefano Faravelli e in seguito Gabriele Dametti), contrabbasso (Claudio Schiavi, Davide Confalonieri), chitarra (Davide Cignatta, Massimo Visalli), ghironda (Matteo Dorigo), arpa gotica (Adriano Sangineto). Il nome si riferisce all'antico castello di Erbia sui colli piacentini. Il duo Dametti-Guglielmetti si presenta dagli anni Dieci anche in trio con il cantante e polistrumentista Bernardo Beisso come DaBeGu Folk o Statale 45.



Musiche Selvagge

Formati negli anni Duemila dal raggruppamento di diversi pifferai (Marco Domenichetti, Stefano Faravelli, Roberto Ferrari) e fisarmonicisti (Cesare Campanini, Claudio Rolandi) con elementi dei Baraban (Aurelio Citelli, Paolo Ronzio, Maddalena Soler) in funzione di una serie di concerti-spettacolo e della realizzazione dell'interessante album "Sentré".



trio Coltri-Menduto-Morelli

Attivi dagli anni Duemila con i lombardi Gabriele Coltri (cornamuse), Alberto Morelli (piffero) e Tiziano Menduto, propongono un repertorio per il bal folk ed anche interessanti sperimentazioni progressive sulla base del repertorio delle Quattro Province incise nell'album "El petun del Diaul".



Comballo

Attivi dalla fine degli anni Duemila, basati nel Lecchese, con la pifferaia Renata Tomasella allieva di Stefano Valla, il fisarmonicista Giuseppe Cossa "Pilli" e Carlo Redi agli strumenti a corda. Eseguono repertorio folk comprendente brani delle Quattro Province e di altre tradizioni dell'Italia settentrionale; sono coinvolti anche nella versione folk del Biglietto per l'Inferno ed hanno partecipato alla Bandalpina. Il nome rievoca un'antica imbarcazione del Lario.



Matapuexi

Formati nei primi anni Dieci dai milanesi Francesco Nastasi al piffero e Andrea Capezzuoli alla musa, che poco prima avevano realizzato l'album in duo "Per fare legria ai siuri de Milan" e brevemente partecipato alla Banda Brisca, con il fisarmonicista tradizionale Franco Guglielmetti. Dal 2018 l'attività riprende con i soli Capezzuoli alla musa e Fabio Paveto al piffero. Il nome deriva da un presunto soprannome del pifferaio ottocentesco dell'alta val Trebbia noto anche come Pittapuexi o Frintin.



Liguriani

Formati da Fabio Biale (voce e violino), Michel Balatti (flauto), Fabio Rinaudo (musette), Filippo Gambetta (organetto) e Claudio De Angeli (chitarra), eseguono brani strumentali e canti perlopiù liguri, compresi brani del repertorio antico da piffero appresi da Stefano Valla, in parte pubblicati nel CD "Liguriani" (2011).



Reed Quake

Formati nel 2012 dal duo tradizionale del pifferaio Stefano Faravelli "Stefanino" e del fisarmonicista Matteo Burrone con Edoardo Lattes alle chitarre e Corrado Sezzi "Dado" alle percussioni, propongono vivaci concerti. Il nome inglese significa "terremoto di ance".


Appennino String Quartet

Attivo dal 2015, il quartetto d'archi ripropone musiche tradizionali violinistiche dell'Appennino, comprese quelle raccolte dalle ricerche di Giuliano Grasso, che è fra i componenti insieme al figlio, nell'Oltrepò collinare e montano degli anni Ottanta presso violinisti come Luigi Bonini e Pierino Comaschi che conoscevano anche alcune suonate antiche praticate dai pifferai.


Staffora Bluzer

Trio di tradizione formato da Stefano Faravelli al piffero, Matteo Burrone alla fisarmonica e Daniele Bicego alla musa, attivo specialmente dal 2018 in numerosi spettacoli a fianco del cabarettista milanese Flavio Oreglio.





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