Dove comincia l'Appennino

Il volto presente della tradizione

Marco Domenichetti durante un lavoro di registrazione : Degara : 2004 / Giancarlo Carraro : foto
Marco Domenichetti è un pifferaio conscio e orgoglioso del suo ruolo all'interno di una tradizione importante come quella cosiddetta delle Quattro Province, ed è allo stesso tempo un artista che ha scelto la professione di musicista, e che estende il suo raggio d'azione su tutti gli orizzonti che si aprono nel presente.

Tentare di redigere una sua discografia significa anche rintracciare i segni di un percorso alla ricerca di un equilibrio tra tradizione e innovazione, riproposizione e creatività, ricerca e sperimentazione, con la sensazione che le tappe più importanti siano quelle ancora da raggiungere.


Per sentieri di festa

Marco Domenichetti & Daniele Scurati -- Beppe Greppi: produttore; Stefano Valla: produttore esecutivo; Felmay: 1999

Un disco dal sapore pieno, che coniuga stile ed energia. Il piffero di Marco Domenichetti e la fisarmonica di Daniele Scurati  propongono una classica sequenza di alessandrine e danze di coppia tipica della festa a ballo. Due i momenti cantati, "La bella növa", nello stile del canto da piffero con la voce solista di Cesare Campanini, futuro compagno nel cammino musicale di Marco Domenichetti, e una emozionante "Splende la luna" corale. All'interno di una intelaiatura tradizionale, alcune pennellate già diventano segni rivelatori di episodi a venire: la chitarra di Alberto Graziani, futuro compagno di Marco negli "Epinfrai", nel brano "Correvo più delle mie gambe"; e la presenza di un  brano di composizione di Marco ("Caprifoglio") poi ripreso nel progetto Eyfo. Nel libretto del disco è presente forse la più bella descrizione di una festa a ballo, frutto della penna della giornalista Emanuela Garampelli.


Cercando

"Epinfrai": Daniele Bicego, Marco Domenichetti, Alberto Graziani, Paolo Malusardi; "Epinfrai": arrangiamenti

Un progetto innovativo, i brani della tradizione delle Quattro Province rivisitati con uno stile che richiama la sensibilità jazz e la sperimentazione  progressiva: rivisitazione che porta a scoprire nuove sfumature e nascoste bellezze nelle melodie che molti di noi hanno ballato mille e mille volte. Forse una coincidenza  che nell'innovazione ci sia un ritorno all'arcaico: la temporanea messa in un angolo della fisarmonica a favore della musa di Daniele Bicego. Nel disco, per la prima volta in una incisione ufficiale, Marco si cimenta anche al flauto con risultati che ad ogni ascolto regalano un'emozione. Ma anche questa novità e in realtà un ritorno alla tradizione: il flauto è sempre stato usato dai pifferai per esercitarsi.


Enfants terribles

"Eyfo": Par Moberg, Marco Domenichetti, Pia Kleemola, Jerome Liogier, Pablo Martin, David O'Connell, Holly Sheldrake, Johannes Uhlmann, Anna Tabbush, Ase Teigland, Anna-Kristina Widell -- Maurizio Martinotti: progetto e ideazione; Par Moberg: produzione; Folkclub Ethnosuoni: 2002

Nel 2001 prende corpo il progetto dell'ENTMD  di creare un'orchestra  europea di giovani musicisti di musica tradizionale in analogia a quelle di altri generi musicali. Il fine da raggiungere è quello di una proposta vitale, che non releghi in un museo la musica popolare. Marco Domenichetti ha l'onore di essere selezionato ed insieme ad altri giovani di tutt'Europa parteciperà a concerti e alla realizzazione di un disco dal vivo, "Enfants terribles", in cui brani e suoni di tradizioni diverse vengono mirabilmente amalgamati. Erede artistico di suonatori che migravano di valle in valle, Marco scopre l'Europa: diverse le distanze, identico lo spirito che anima il viaggio.


Turututela

Fabrizio Poggi -- Fabrizio Poggi, Dario Ravelli: produzione artistica; Fabrizio Poggi, Angela Megassini, Roberto G Sacchi: realizzazione -- 2002

Fabrizio Poggi è il leader dei "Chicken mambo", formazione italiana che con ottimi risultati ha viaggiato sui sentieri della musica popolare americana, in particolare su quelli tra i Bayou e New Orleans. Nel 2002 Fabrizio decide di dedicare un disco alle canzoni popolari della sua terra, la Lombardia. Con la presenza di  sezione ritmica e tastiere, arrangiamenti moderni, un ensemble di musicisti eterogeneo, Fabrizio Poggi cerca un approccio innovativo al repertorio tradizionale. Lungo tutto il disco i flauti e il piffero di Marco Domenichetti aggiungono pennellate preziose. Anche un progetto in cui la propria arte è al servizio del mondo musicale altrui diventa per Marco una preziosa esperienza e un'occasione in cui dimostrare tutto il proprio valore.


Tilion

Stefano Valla, Attilio Rocca, Ettore Losini -- Pier Carlo Cardinali: produttore esecutivo: 2004

Il disco che, per la prima volta insieme, Stefano Valla e i "Musetta" dedicano ai 70 anni del grande fisarmonicista Attilio Rocca detto Tilion vede un ulteriore passaggio nel cammino di Marco Domenichetti: è lui, infatti, ad occuparsi della registrazione dei brani. Registrare è qualche cosa di più di una mera attività tecnica: è lavorare sul suono, conoscerlo per restituirlo autentico, è un altro modo di suonare. I pifferai sono sempre stati attenti a come il loro strumento "suona" e quindi ritengo che registrare non sia un'attività separata, ma un altro dei modi in cui Marco esprime il suo essere tramite di una tradizione. "Tilion" è un disco brillante e godibilissimo, dove i musicisti si alternano a suonare insieme ad Attilio Rocca. Marco al flauto suona con Tilion il pezzo conclusivo, un valzer conosciuto anche col titolo di "Mamma perché piangi": due minuti e 25 secondi di assoluta emozione. Un aneddoto particolare: a scegliere questo brano è stato Tilion,  nonostante non faccia parte del repertorio più frequentato dai Musetta. Marco Domenichetti con Attilio Rocca : Bobbio : 2004 / CG


Vieni oi bella

"Voci libere di Cosola" -- Musa: 2004

Questo disco nasce dallo sforzo dell'associazione Musa di documentare il patrimonio di canti di Cosola, importante borgo dell'alta val Borbera, riproponendoli così come da sempre vengono cantati nei momenti conviviali della comunità. Le "Voci libere di Cosola" non sono un coro organizzato che canta per un pubblico, ma cosolesi con la passione per il canto che hanno acconsentito che venisse registrato quello che per loro è un modo di vivere l'aggregazione e la trasmissione della tradizione, non un'opera artistica per un pubblico. Marco Domenichetti, oltre ad essere il responsabile delle registrazioni, è ospite in varie canzoni. I canti sono una parte della tradizione musicale delle Quattro Province importante quanto la musica da ballo e Marco ha sempre dimostrato attenzione ad entrambe: spesso, quando suona con il suo fido compagno Cesare Campanini nelle feste sul territorio, ad un certo punto un gruppo di uomini si porta sotto l'improvvisato palco: le danze temporaneamente s'interrompono per lasciare posto al canto spontaneo, incoraggiato e gradito dai due musicisti. "Vieni oi bella" è forse l'esperienza più tradizionale, ai limiti della registrazione sul campo, a cui Marco ha partecipato, ma non è in antitesi con le altre più moderne esperienze esaminate prima: ne è invece il completamento in una visione globale del fare musica di un musicista popolare dei giorni nostri.


Segni

Stefano Valla, Daniele Scurati -- Stefano Valla e Daniele Scurati: produttori; Buda: 2005

"Segni" è un disco bellissimo. A circa tre anni di distanza dal loro primo disco insieme, "E prima di partire...", per Stefano Valla e Daniele Scurati è tempo di  un secondo capitolo. Molte le novità: presenza di altri musicisti in alcuni brani, presenza di brani di composizione. Costante, invece, l'impegno per entrambi nella ricerca del suono. Vi rimando, comunque, per capire il lavoro compiuto, alla lettura del libretto del disco, ma soprattutto all'ascolto dello stesso. Non può essere certo un caso che Stefano e Daniele scelgano per  assisterli  nella registrazione Marco Domenichetti. Il disco viene registrato in sei sessioni a Cegni nella casa di Stefano Valla tra la fine del 2004 e l'inizio del 2005 con l'intento dichiarato di concepire l'incisione come un work in progress. La voce da baritono di Marco, inoltre, compare in "Lei mi voleva bene", canzone che già compariva nel disco delle "Voci Libere di Cosola".


incisioni inedite

Pochi fortunati, per gentile concessione di Marco Domenichetti, possiedono alcune incisioni inedite, alcuni emozionanti brani tradizionali  in cui il piffero è accompagnato dalla sola musa di Daniele Bicego (probabilmente parte del lavoro di preproduzione di un progetto discografico poi accantonato). Brani inediti di una formazione che più inedita non si può: Daniele Scurati, Daniele Bicego e Marco Domenichetti. Là dove tutto è cominciato: Marco bambino a Negruzzo che suona con Taramla.

Marco Domenichetti con Cesare Campanini / archivio Domenichetti


il futuro

Al momento non è dato sapere quali nuovi capitoli si aggiungeranno a questa discografia: si spera che il progetto "LampeTron" si materializzi anche su disco. Auspico vivamente che un valzer di composizione di Marco (com'è d'uso nelle Quattro Province il titolo è un optional...) venga registrato al più presto. È dato sapere, per nostra fortuna, che nuove feste sul territorio con Marco  sono vicine: perché è dalla musica a contatto con la gente che Marco trova nuova energia e nuovi spunti per il suo lavoro, perché ogni sua incisione è come uno specchio che ci rimanda a quella magia che accade ogni volta che il suo piffero suona e qualcuno inzia a ballare.

Riccardo Pagliettini



Draghin

Lo spettacolo multimediale "Draghin" è stata una delle motivazioni per il premio annuale dell'associazione Musa ricevuto da Marco Domenichetti alla Curmà di pinfri 2005.

lo spettacolo "Draghin" : immagini di vecchi suonatori proiettate sullo sfondo degli alberi sono accompagnate dai suoni di Daniele Bicego, Marco Domenichetti e Cesare Campanini : Menconico : 2004 / Rosaria Fragni : foto

...Più tardi, già nei recessi della notte, si celebra un rito d'ascolto, dal sapore iniziatico. Alchimisti di suoni e immagini offrono agli ultimi superstiti della lunga giornata di creazione un'anteprima tutta sonora dello spettacolo cosiddetto "multimediale" che andrà in scena la sera successiva. E già il fatto che espressioni come "spettacolo" e "andare in scena" non soddisfano lo scrivente è  forse di per sé significativo di una creatività rigenerante che nulla o poco ha a che fare con un concetto di "novità". Perché nuovo è sempre il valore, nuovo perché si rinnova eternamente a dispetto dell'attualità di modelli culturali stereotipati, e rinnovandosi perdura in identità più profonde e interiori. Multimedialità mi pare parola vuota o vaga, perché allora "multimediale" era una messa bizantina, con quel prodigio di cieli dorati a rieccheggiare le onde del canto, a percuotere i sensi di quel popolo greco-romano, gotico e longobardo; e il barocco, con i marchingegni del suo "gran teatro"; ma anche la Comedia dantesca, perché il dire poetico è sempre "sinestetico" e dunque già risponde con pienezza alla domanda cui vorrebbe rispondere, spesso con presunzione e artificio, la nuova -- ovvero, attuale e peritura -- decantata disciplina.

Marco Domenichetti con Paolo Solcia : Menconico : 2004 / Alessia Bottaccio : foto Nel sentire questo scorrimento di rumori e suoni gli uni gli altri generanti, mi pare invece di sperimentare una realtà usuale, evocata nel suo germinare. Da un lato è storia -- di uomini e natura; dall'altro è simbolo, che la storia trascende e sostanzia al tempo stesso. Il vento gonfia la sacca involucro che fu di calda vita animale, di selvatiche balze odorose. Poi il suono diviene rumore per opposta genesi, fratellanza fenomenica, irrisolta contesa. Lo stridere del tornio esala e risorge nel grido dell'ancia e del legno, e poi è canto e siamo nell'Aperto, del pascolo, dell'incontro, dell'amore (i "Tri bêi giúven"...). Segue una nuova contrazione di spazio e tempo, la morra, l'antico gioco che scandisce la sorte nel mistero del numero, dentro il cielo di un'osteria greve d'umori e destini. Prima attimo sospeso, eterno, com'è l'attimo del gioco, quintessenza di sorti umane; poi suono, ancora, e danza, seguendo quel sicuro filo del gesto simbolico che muta di forma ma non di natura, e sospende la trama del quotidiano. Infine, tutto si discioglie nella voce originante di donna, grembo di memoria antica; la narrazione, prima, poi la sommessa preghiera di una ninna nanna, quel riposo, quel rinascere.

La sera successiva, i faggi del Penice si animavano di presenze antiche, le immagini del borgo di Negruzzo in un video amatoriale degli anni Sessanta, vecchi suonatori nominati in un sussurro da qualche anziano tra il pubblico, le mani enormi di Ettore Lòsini al tornio, quegli uomini all'osteria intenti alla morra, e sul palco i tre musicisti, Marco Domenichetti, Cesare Campanini, Daniele Bicego, presenze quasi incarnate in quell'attimo stesso, scaturite dalla sostanza della memoria. Un lavoro raro, complesso, frutto di concorso di intelligenza e sentimento, senza cedimenti vanamente estetizzanti, offerto a molteplici livelli di lettura, come avviene quando il processo creativo si attiene alla coerenza di un divenire di significato e simbolo.   

Paolo Ferrari Magà
da
Diario Incontri 2004 -- Adolescere, Suoni dell'altro mondo : Voghera : 2005


Il volto presente della tradizione (Dove comincia l'Appennino) / redazione ; © autori -- <https://www.appennino4p.it/marco.htm> : 2006.05 -