La val Curone nei secoli passati ha dato i natali ad alcuni dei più grandi suonatori di piffero e musa prima e fisarmonica poi; tra questi troviamo il Brigiotto di Bruggi, pifferaio, Carlon, anch'egli pifferaio di Gregassi, Creidöra, suonatore di musa di Caldirola compagno del Brigiotto, e Carlaia, anche egli musista di Predaglia e compagno di Carlon. Come sappiamo, intorno alla prima metà del Novecento la musa è stata soppiantata dalla fisarmonica, che anche qui ha trovato dei grandi interpreti con Siveron di Bruggi, Pinotto di Montecapraro e Mini di Montacuto.
Mini, il cui nome era Giacomo Davio, è scomparso nell'ottobre 2005 a 83 anni. Nasce nel 1922 a Montacuto, sulle falde del monte Giarolo, e sin da piccolo comincia a dilettarsi con questo strumento, dapprima come gioco, poi con il passare del tempo apprende l'arte dell'accompagnamento del piffero e del "tempo" (infatti Mini affermava di essere un vero "tempista") da suo zio Richetto Agosti di Gregassi, fisarmonicista attivo nella zona dell'alta val Curone, o come solista, o in coppia occasionalmente con qualche pifferaio, come Dreja di Forotondo il quale regalò a Mini la sua prima fisarmonica.
Mini suonò con molti pifferai, a partire da Jacmon, che accompagnò per la prima volta a Montebore, una frazione di Dernice: Jacmon era di ritorno dal mercato della vicina Garbagna per i suoi affari, essendo commerciante di bestiame, e al ritorno passò per Montebore, dove la gente del paese nel vederlo volle che suonasse; però mancava la fisarmonica, così quelli Montebore andarono a chiamare Mini, che sapevano stava cominciando a suonare: era un ragazzino, avrà avuto circa 15 anni, venne con molto entusiasmo, e così fece la sua prima suonata con Jacmon. Questa suonata fu una specie di lezione perché prima Mini non aveva mai suonato con un piffero.
Dopo questa lezione, Jacmon volle che andasse a suonare con lui per la festa dei coscritti a Pietragavina, sopra Varzi. Questa volta Mini partì con la sua bicicletta con la fisarmonica in spalla ed andò a Varzi, dove confluivano tutti i gruppi dei coscritti dei paesi vicini tutti con i loro suonatori; Mini si trovò così in mezzo a tanta gente che rimase un po' spaventato, ma Jacmon, quando se ne accorse, gli disse "no aver puia!" e così cominciarono a suonare sfilando dentro Varzi tra ali di folla che si accalcava per vedere i suonatori, poi raggiunsero Pietragavina dove fecero la loro festa.
A metà degli anni Cinquanta Mini fece come tante persone che abitavano nelle nostre montagne, che emigrarono verso la pianura in cerca di un lavoro: nel suo caso si trasferì a Sarezzano, un paese tra la val Grue e la valle Ossona, dove lavorava come mezzadro. Lavorava anche la vigna, infatti amava raccontare che la sua prima vera fisarmonica se la era comprata vendendo la prima botte di vino: così andò a Stradella, dove girò le fabbriche dei vari costruttori e alla fine gli cadde l'occhio su una Dallapè, la prese, diede una caparra e in un inverno riuscì a pagarsela andando a suonare.
Prima di essere compagno di Ernesto, con il quale suonò parecchio ed è ricordato con molta stima in particolare a Cartasegna e Connio in val Borbera, Mini suonò con Giuseppe Dusio "Pino di Colombassi" il quale aveva uno stile affine a quello di Jacmon: suonarono insieme per un po' di tempo, fino alla morte di Pino.
Anche con Franco Brignoli "Barbetta", pifferaio di Varzi e nipote del Picco, Mini tenne molte feste, come a Trebbiano in val di Nizza, e perfino concerti alla Scala di Milano e al teatro di Firenze. Successivamente si mise a suonare con il giovane Stefano Valla, il quale stava cominciando a masticare ance, ed anche con lui girarono parecchi paesi in tutte le Quattro Province e anche fuori.
I ricordi di Mini (Dove comincia l'Appennino) / redazione ; © autori -- <https://www.appennino4p.it/mini.htm> : 2006.03 - 2007.10 -