Dove comincia l'Appennino

La piva in val Trebbia e val Nure



La piva emiliana fa parte della famiglia delle cornamuse o zampogne. È costituita da un chanter in sol con la sensibile in fa# e due bordoni, uno in sol e l'altro sempre in sol ma un'ottava più basso.

Quanto al legno utilizzato, per il chanter come in tutti gli strumenti ad ancia antichi si predilige il bosso (Buxus sempervirens) oppure il corniolo, mentre per i bordoni il legno poteva variare: pero, bosso, pruno e altre essenze legnose, soprattutto piante da frutto.

In linea di massima, la piva era diffusa nel territorio del Ducato di Parma e Piacenza, mentre la coppia di piffero e musa nell'estremità orientale del Regno di Sardegna: il confine tagliava in due la val Trebbia fra Mezzano Scotti, parmigiano, e Bobbio, savoiardo. L'ultima frazione nel territorio bobbiense si chiama infatti Degara da dego "confine". Nel territorio delle Quattro Province la piva si trovava quindi in bassa val Trebbia, da Mezzano Scotti in giù, oltre che in val Nure.

In questa zona erano presenti diversi suonatori, tra cui "Tugnarel" della valle di Mezzano e il prestigioso "Signur di Ciapei" (Luigi Magistrati, 1856-1947) della vicina località Chiappelli. L'appellativo Signur stava probabilmente a significare il fatto che fosse un suonatore molto bravo, come una personalità superiore, ed era usato dalla gente in luogo del nome. Di costui si narra che una volta si trovasse a suonare a Centomerli, piccola frazione di Bobbio appena sopra Mezzano: erano i primi anni del Novecento, epoca in cui comparivano i primi giradischi, così la gente stufa di sentirlo suonare e molto affascinata dai suoni moderni che il giradischi poteva offrire loro dette un calcio alla piva dicendo "Trà via cul sach d'abzì!" ("Butta via quel sacco d'api!", alludendo al suono dei bordoni simile ad uno sciame d'api); e lui con le mani alla testa disperato a rincorrere la piva che rotolava giù per la strada, esclamando "Oh, ra me piva!...".

E in effetti in questa porzione di territorio suonatori di piva non ce ne sono più stati. L'ultimo è stato Luigi Garilli di Mareto in val Nure morto nel 1974 all'età di quasi cento anni, che ereditò lo strumento di suo fratello Domenico, morto nel 1958. Si pensa che i Garilli abbiano imparato dal "Ciocalapiva" di Groppallo (da ciocà "far rumore"), che sarebbe stato anche costruttore. Altri suonatori erano sicuramente attivi nell'alta val Nure: uno suonava fra le due guerre mondiali a Cogno San Savino, un altro (di cognome Callegari) era a Rigolo Chiesa, un terzo (Paolo Bruzzi, anche ghirondista, che "faceva ballare la scimmia") dai Bruzzi di Groppallo si recava con lo strumento in Spagna, e due pive sono state acquistate dal collezionista Guatelli presso un mulattiere di Pertuso [Ettore Guatelli, La coda della gatta, nuova ed., IBC, 2005].

La piva è normalmente uno strumento solista, a differenza della musa che è adattata ad accompagnare il piffero. Abbiamo tuttavia raccolto testimonianze secondo cui anche i pivari suonavano, non solo occasionalmente, in accompagnamento del piffero. Il famoso pifferaio "Fiurentin" (Fiorentino Azzaretti, 1879-1953) da Pregola in valle Staffora si recava sovente a suonare nelle valli Trebbia e Nure (Coli, Aglio, Pradovera, Mareto...) dove i vecchi dei paesi lo ricordano suonare assieme al Garilli di Mareto; anche nella zona di Cicogni è ricordato Fiurentin che suonava assieme alla baga (nome in dialetto locale dell'otre che conteneva il vino e anche della sacca della piva e musa) del "Signur di Ciapei", più che con muse. Il repertorio solistico della piva assomiglia molto a quello dei suonatori di piffero: i pivari suonavano monferrine e gighe, poi nei primi del Novecento hanno cominciato a passare valzer, polche e mazurche, finendo poi per scomparire.

Oggi la piva emiliana è rientrata in uso attraverso il folk revival ed è costruita da diversi artigiani, fra cui nelle Quattro Province Ettore Lòsini "Bani"; dal 2007 viene organizzato un raduno annuale di suonatori (Pivaraduno) con sede itinerante fra diverse città emiliane. Una recente discussione in rete avviata dalla Libreria del teatro di Reggio Emilia offre un'idea delle conoscenze attuali e delle ricerche in corso.


Bibliografia


Fabio Paveto con la collaborazione di Valter Biella, Claudio Gnoli, Bruno Grulli, Ettore Lòsini, Luca Magnani

 


La piva in val Trebbia e val Nure = (Dove comincia l'Appennino) / redazione ; © autori — <https://www.appennino4p.it/piva.htm> : 2010.09 - 2013.10 -