Dove comincia l'Appennino

Il Grande anello delle Quattro Province

tappa 9: Pentema-Alpe di Vobbia

Percorso

Péntema (840) possibilità di pernottamento - cappella di N.S. della Guardia (1036) - ballo della Gallina (1030) - Carsi (865) - Cerviasca (912) - Senàrega (715) - Chiappa (890) - mulino di Chiappa Crosa (770) - Casareggio (847) - Pian dei Curli (974) - Pareto (888) possibilità di pernottamento - Porcile (943) - passo dell'Incisa (1070) - Alpe di Vòbbia (1009) possibilità di pernottamento

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Accessi alternativi

corriera Genova Brìgnole-Torriglia; Torriglia - Donetta - Péntema


Pernottamento

A Pareto bed & breakfast Strada Facendo: 328.5887149, stradafacendo1960@libero.it. Ad Alpe albergo Alpino, chiuso dai Santi a Pasqua: 010.931632. Nelle vicinanze, a sud della cima dell'Antola rifugio Parco Antola: 339.4874872; ai Lavazzuoli agriturismo Osteria del Sole: 348.8537454; a Crocefieschi albergo la Braia, chiuso d'inverno fino a Pasqua: 010.931279.


Descrizione

Tappa piuttosto lunga ma piacevole, con il suo passaggio per numerosi paesini attorno ai 900 metri. Nella piazzetta sopra la chiesa e il ristorante di Pentema si nota un edificio antico, che era la vecchia chiesa e ora è utilizzata per dei garage (in Liguria lo spazio è prezioso...). Dietro questa parte la mulattiera che, dopo aver superato alcuni interessanti rustici, raggiunge la chiesetta di Nostra signora della Guardia, la cui festa si celebra il 29 agosto con un tradizionale incontro fra abitanti dei due versanti, val Pentemina e val Brevenna. Poco oltre si trova un ripiano detto Ballo della Gallina, in quanto sede di feste da ballo (e la Costa della Gallina è quella che sale da qui verso il monte Antola). Da qui una mulattiera ora in disuso scendeva a Cerviasca e Senarega.

Il sentiero prosegue sul crinaletto tra le valli Pentemina e Brevenna, in direzione del monte Liprando, che avrebbe preso il nome dal re longobardo Liutprando, transitato da queste parti scortando la salma di Sant'Agostino dal porto di Genova (dove era arrivata via nave dall'Africa) a Pavia, dove tuttora si trova nella chiesa di San Pietro in Ciel d'Oro. Prima di raggiungerlo si devia però a destra per scendere a Carsi. Il paese ospitava la sede comunale, oggi spostata in fondovalle a Molino Vecchio, e in epoca fascista un podestà. Alla piazzetta si affacciavano diverse osterie, una delle quali gestita dal "Bertulla", noto anche come suonatore di clarinetto e in precedenza probabilmente di piffero. La musica tradizionale delle Quattro Province è oggi tornata da queste parti grazie all'intraprendenza di Claudio Cacco e di Ettore Molini, che a Carsi gestisce un'azienda agricola che produce fra l'altro patate della varietà tradizionale quarantina.

Da Carsi si raggiunge Cerviasca seguendo la strada asfaltata, sovrapposta alla preesistente mulattiera. Da Cerviasca si scende sulla destra per mulattiera, oltrepassando alcuni rustici, fino al rio Suia, che si guada per risalire in corrispondenza del cimitero di Senarega. Oggi molto appartato, questo paese era in pieno Medioevo un importante presidio, come testimonia il palazzo dei signori Senarega poi Fieschi, ristrutturato nel 2013 dal Parco dell'Antola; in alcuni locali sotto il palazzo sono conservati oggetti della vita contadina che formano un piccolo museo etnografico, visitabile su richiesta. Nella piazza si trova una trattoria aperta d'estate e nei fine-settimana. Interessanti anche le case di impianto antico, con balconi e porticati, e le tre chiese: quella della Madonna del Ponte sorge proprio di fianco a un antico varco a schiena d'asino su un suggestivo tratto del torrente. (Sulla sinistra della chiesa principale parte una mulattiera in direzione di Roiale, Pian di Cascina -- oggi italianizzato in Piancassina -- e i Lavazzuoli, estremo insediamento della valle a oltre 1150 metri di quota; lungo questa mulattiera, che non fa parte dell'itinerario del Grande anello, si trova un altro notevole ponte.)

Dalla Madonna del Ponte si segue per pochi metri verso valle la strada asfaltata: dietro la curva a destra, parte sulla destra la bella mulattiera che sale a Chiappa. Poco al di sotto del paese si incontra un vecchio lavatoio con due vasche separate, una per insaponare e l'altra per sciacquare: le donne del paese concordavano dei turni per venirvi con il loro bucato. Si sbocca quindi presso l'area ricreativa e di qui si entra in paese. Chiappa è disposto orizzontalmente sul fianco del monte, sovrastato dalle fasce coltivate ancora ben visibili. Qui visse Maitö', la protagonista dell'omonimo romanzo di Armanda Navone che ben rappresenta l'ambiente umano e naturale delle valli dell'Antola.

Si esce da Chiappa nella direzione opposta seguendo la mulattiera segnata da un cerchio barrato giallo, in un piacevole tratto pianeggiante con vista sulla media val Brevenna e i monti dell'Oltregiogo. Superata un cappella dedicata alla Madonna, si arriva a un piccolo valico leggermente inciso nelle rocce, presidiato dalla Cruxe du Castagneju, in legno con punta metallica. Qui il segnavia indica di prendere il sentiero sulla sinistra, che attraverso i castagni scende gradualmente in direzione di un rio. Vi si giunge in corrispondenza del mulino di Chiappa Crosa, risalente al 1420, posto con qualche altra casa in rovina a valle di un suggestivo allargamento del rio con cascatelle in corrispondenza dei salti di roccia. Occorre guadare in questo punto perché del ponte restano solo i basamenti. Sul muro del mulino è visibile il foro che metteva in comunicazione il beu (canale in cui era posta la ruota) con gli ingranaggi interni, mentre le macine sono ora depositate all'esterno; appena dietro si nota un affioramento calcareo sotto il quale l'erosione ha creato un riparo naturale, probabile origine del toponimo che significa "strato di roccia scavata". Anche più a monte si nascondono suggestivi laghetti e cascatelle (con qualche dirupo insidioso, come ben sa il polpaccio destro di un nostro redattore...).

Il sentiero riprende portandosi nel bacino del rio di Tonno e sale quindi a sinistra verso il paese di Casareggio, come indicano i cartelli in legno in corrispondenza di un incrocio. Si sbocca sulla strada asfaltata per Tonno, che la mulattiera attraversa entrando in paese tra vicoli e passaggi coperti al di sotto della bella chiesetta in pietra, con facciata intonacata a calce secondo l'uso della zona.

Dalla parte alta del paese, al di sopra di una grossa fontana, continua il segnavia del cerchio barrato: si sale piacevolmente tra le fasce, per raggiungere l'alpeggio abbandonato di Pian dei Curli. Qui, oltre alle abbondanti macerie, si può osservare una costruzione la cui parte esterna è adibita a secchereccio per le castagne: la struttura di quest'ultimo, con un pavimento di legnetti che lasciava passare il calore del fuoco sottostante, è stata ripristinata dal Centro di studi storici dell'alta valle Scrivia. Si continua a salire superando un paio di coste e lasciando a sinistra i resti ormai neanche visibili di una località indicata dalle carte come Tessaie. Giunti infine nei pressi del monte Pareto, si discende rapidamente all'omonimo paese, attraverso una boscaglia cedua di castagno piuttosto intricata. Anche a Pareto la chiesetta vecchia è ora adibita a garage!

Per salire al passo dell'Incisa si può dapprima lasciare sulla destra la strada asfaltata per continuare sulla mulattiera che tocca Caselline e Porcile. Di qui si risale sulla destra il versante, guadagnando la strada sterrata che corre appena sotto il crinale con la val Vobbia, proveniente dai monti Antola e Buio. Poco oltre si trova l'importante valico dell'Incisa, che attraverso una spaccatura nei calcari dà accesso alla strada asfaltata per l'Alpe di Vobbia. Seguendola per poco più di un chilometro si arriva alla vistosa costruzione dell'albergo Alpino, realizzata con le sue mani da Giovanni Oberti "Primo"; sua moglie Amelia con le erbe dei monti circostanti faceva un liquore che meritava un assaggio, al pari dei suoi pansotti alle noci. All'Alpe hanno vissuto numerosi suonatori, perlopiù di fisarmonica, clarinetto e sassofono, tra cui Egilio Oberti "Gilli": alcuni brani raccolti dalla sua memoria sono stati rieseguiti nei dischi del Gruppo di ricerca popolare. .

séguito


Aggiornamento

Ultimo sopralluogo: da Pentema a Senarega: 2005 CG, EM; da Senarega a Casareggio: 2013 CG; da Casareggio a Pareto: 2006 CG

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Il Grande anello delle Quattro Province. 9: Pentema-Alpe di Vobbia (Dove comincia l'Appennino) / redazione ; © autori -- <https://www.appennino4p.it/trek/9.htm> : 2006.04 - 2014.03 -