Le brevi registrazioni che si possono ascoltare da questa pagina vogliono dare un'idea sia della variazione linguistica che si incontra spostandosi nelle Quattro Province, come descritto nella pagina sui dialetti, che di temi ed atmosfere dei diversi paesi.
I file audio sono in formato MP3, con dimensioni variabili tra 63 e 509 Kbyte.
Città della bassa valle Scrivia: il dialetto è riconducibile al lombardo, ma sul confine con il piemontese della vicina zona di Alessandria, che influisce in alcuni dettagli come gli accrescitivi e diminutivi in -ou, -ei anziché -on, -en; molto nettamente percepibile la ȧ chiusa pavese-piacentina. Parlante: Francesco Rivabella.
Paese principale della media valle Staffora: il dialetto è ancora di tipo pavese, ma a ridosso di località che parlano già ligure (Fabbrica Curone, Cegni). Parlante: Lino Chiappano.
Località di valico tra le valli Staffora, Boreca e Borbera, costituita da alcune case di villeggiatura e dallo storico albergo. Di qui passa anche il confine linguistico: si sentono caratteri intermedi tra pavese-piacentino e ligure, del quale già compare la vocale finale in parole come "gatto" e "aglio". Parlante: Fausto Callegari, gestore dell'albergo.
Paese della val Boreca, anch'esso nella fascia di confine fra il pavese-piacentino e il ligure, e quindi dal dialetto alquanto particolare. Parlante: Attilio Spinetta "Cavalli", nota voce del canto tradizionale locale.
Paese della bassa val Trebbia: la parlata è più decisamente piacentina, con abbondanza di e molto larghe. Parlanti: Augusto Cassinelli, di Cascina.
Paese dell'alta val Nure: la larga parlata piacentina assume qui particolarissime inflessioni liguri, soprattutto nella cadenza, trovandosi al confine con l'area ligure che svalica anche nelle alte valli Nure, Ceno e Taro amministrative poste in Emilia-Romagna. Parlante: Fosca Lavezzi.
Frazione di Ferriere che si trova però nella zona di crinale fra le valli Nure e Aveto: il dialetto mostra le prime caratteristiche liguri, come le vocali finali in "gatto" e "aglio". Parlanti: Giovanni Carini, di Colla di Brugneto, e altri avventori dell'osteria provenienti da frazioni vicine.
Io parto e vo soldato,
E torna a ca' in permesso, Paese dell'alta val Trebbia: il dialetto è già nettamente ligure, nonostante che il comune sia ancora l'ultimo della provincia di Piacenza; sono presenti infatti vocali finali, abbondanza di finali in -ggio, -xe, ecc., oltre alla interdentale sonora: ðögo "gioco". Parlanti: Annamaria Castelli, già intervistata anni prima dalla dialettologa Lotte Zörner, e Giorgio Valla, sindaco.
Capoluogo della val d'Aveto, in una verde conca agricola sormontata dai monti del gruppo del Maggiorasca: il dialetto è completamente ligure, con sparizione di consonanti intervocaliche (Ciari per "Chiavari"), articoli in "un", g' "gli" ecc., sebbene pl, bl, fl non passino a palatali come avviene a Genova (fiümme, fiui e non sciümme, sciui). Parlanti: Antonio Fontana con due amici.
Claudio Gnoli e Daniele Vitali Dove comincia l'Appennino. Voci
/ redazione ; © autori -- <https://www.appennino4p.it/voci.htm> : 2004.07 - 2007.04 -
Tortona
Barzelletta che ha per protagonisti due abitanti della zona di Alessandria, tradizionalmente presi in giro dai tortonesi, che li definiscono mandrogni ossia straccivendoli come gli abitanti del paese di Mandrogne; la battuta è un gioco di parole sul dialetto.
Poesia di Giovanni Simonelli dedicata a Tascone, personaggio del famoso burattinaio tortonese Giuseppe Sarina.
Varzi
Fino a pochi decenni fa Varzi era collegata a Voghera con una ferrovia locale, successivamente sostituita da un servizio di corriere tuttora denominato "autoservizio sostitutivo"; la ferrovia, vanto dei varzesi nei confronti dei vicini di Bobbio che non l'avevano, serviva ad esempio ai ragazzi per recarsi a scuola a Voghera, dove il loro accento era percepito come "montanaro" dai cittadini.
Due varzesi che lavoravano a Milano, in occasione delle partite di carte al bar, comunicavano tra di loro nel dialetto incomprensibile per i milanesi.
Capanne di Còsola
I caratteri intermedi del dialetto delle Cabane d'Cözra sono comunemente riconosciuti. Il paese sottostante di Cosola è di fatto costituito da due nuclei separati: Aie di Cosola e Montaldo di Cosola [in quest'ultimo si distingue un terzo nucleo chiamato "Giù per la Villa"].
Bogli
I piccoli nuclei della val Boreca, come altre località della zona, si ritiene siano stati fondati da banditi, fuggiti quassù per scampare alla giustizia; il più antico sarebbe Pizzonero, mentre Pei è recente. Una filastrocca del posto dice:
Che piöva e vegna u sù
l'é a rabia del pastù,
u pastù l'à fà a süppa,
e mi gh'a a mangiu tütta.
Travo
Si racconta quanto fatto poco prima per caricare la legna tagliata nel bosco sul rimorchio del trattore, e quindi trasportarla. Quando si vuole parlare in dialetto viene da farlo in italiano, e ci si ride sopra.
Ferriere
Un testo locale evoca gli antichi legami con le caratteristiche geografiche del luogo e con le abitudini dei vecchi tempi.
Castelcanafurone
Canto spontaneo nell'osteria, avviato seppur rammaricandosi dell'assenza delle voci di basso. Come accade spesso, nel testo versi in dialetto si alternano ad altri in italiano:
E lei la va nel bosco
e la si mette all'ombra,
si gh'era un giuvanin
che ghe faceva la ronda.
ci metterò la spia
veder chi fa l'amor
con la morosa mia.
ghe diz con la sua oi mamma:
la bionda ricciolina
l'è già maritata...
I presenti cominciano ad accordarsi per il canto del maggio che si svolgerà tra qualche giorno, la sera del 30 aprile: da diverse frazioni si uniranno e scenderanno poi a Salsominore, in riva all'Aveto. Pochi chilometri a valle c'è Marsaglia, dove si svolge un cantamaggio più noto e affollato.
Ottone
In occasione di una gita a Bobbio si incontrò un'anziana signora, ancora abituata ai tempi in cui non c'era l'energia elettrica.
Confronto di una parola come viene detta nel vicino paese a monte, che è in provincia di Genova.
Cenno alla tradizione del maggio di Marsaglia.
Santo Stefano d'Àveto
Il formaggio di Santo Stefano, il San Sté, è rinomato; tuttavia secondo questo signore non è più lo stesso di una volta, perché adesso la gente invece che all'allevamento e alla bontà dei prodotti pensa al guadagno, se non addirittura al furto.
Un tempo il canto era comune nelle osterie; adesso invece, se si canta è perché... o si è ubriachi o si è stupidi.
Come in altri paesi liguri, a Santo Stefano è attiva da molto tempo una banda, della quale i parlanti erano considerati "i tre perni". Interessante la forma dialettale per indicare il vicino paese di Rezzoaglio: Ruzagni.
con la collaborazione tecnica di Massimo Corradi