Dove comincia l'Appennino

Monti e valli


inquadramento geografico ; le rocce e il paesaggio
 

 


Inquadramento geografico

Volendo orientarsi nella complessa geografia delle Quattro Province, il migliore punto di partenza è probabilmente il monte Àntola, a nord-est di Genova: infatti dalle sue pendici meridionali (monte Prelà) nascono, a poche centinaia di metri l'uno dall'altro, i due fiumi che abbracciano tutta la nostra zona: lo Scrívia a ovest e il Trébbia a est; per questo Fabrizio Capecchi parla di "un'isola tra i monti".

Entrambi i corsi d'acqua, pur trovandosi a poca distanza dal mar Ligure, curiosamente piegano a nord, girando l'uno a destra e l'altro a sinistra, e cominciano a descrivere un lungo e tortuoso percorso fino a sfociare nel Po. Lo spazio fra lo Scrivia e il Trebbia, largo diverse decine di chilometri, comprende quale spartiacque principale la catena che dall'Antola, in direzione nord, passa per i monti Carmo, Chiappo e Boglélio, per poi digradare attraverso una fascia collinare verso la pianura Padana, all'altezza delle città di Tortona, Voghera, Stradella, Castel San Giovanni e Piacenza.

Le Quattro Province si possono quindi definire come i bacini alti e medi dello Scrivia, del Trebbia e dei loro affluenti (principalmente, per il primo il Borbera e il Grue, per il secondo l'Àveto), nonché delle valli intermedie come quelle di Curone, Stàffora e Tidone.


Nota sul confine dell'Appennino

Tra il passo del Turchino e il bacino dello Scrivia si trovano anche le valli Piota, Gorzente e Lemme, che formano l'altopiano delle Capanne di Marcarolo: anche quest'area sarebbe allora appenninica, sebbene affluisca nel bacino dell'Orba che nasce a est del Turchino ed abbia una geologia più simile a quella alpina; comunque essa non fa parte delle Quattro Province. Un confine geologico in accordo con quello culturale è la linea Sestri Ponente-Voltaggio, attraverso il passo della Bocchetta. La definizione tradizionale di Appennino, poi, lo fa cominciare addirittura dal colle di Cadibona, nell'entroterra di Savona, includendovi così anche il gruppo montuoso del Bèigua; tuttavia questa divisione non trova corrispondenza nella geologia di quella zona, che è senz'altro di tipo alpino e continua sotto il mar Ligure per ritrovarsi in Corsica e Sardegna.

 


Le rocce e il paesaggio

«La valle Scrivia appoggia su due principali formazioni rocciose: i calcari marnosi dell'Antola e i conglomerati di Savignone. I primi sono una vasta placca di rocce sedimentarie che culmina nel monte Antola (m 1597) [e si estende a nord fino a comprendere le principali vette della catena: il monte Lésima, la cima Colletta, il monte Ebro, il monte Chiappo e il monte Boglélio]. Questa massa rocciosa, emersa dal mare tra l'era Secondaria e l'era Terziaria decine di milioni di anni fa, venne poi demolita dal vento, dal gelo e dal disgelo e in mezzo ad essa si scavarono il letto lo Scrivia e i suoi affluenti [...]. Nelle parti più erodibili e attaccabili della formazione dell'Antola, si sono formate le linee di valico.

i conglomerati di Savignone lungo il Borbera / CG

L'altra formazione rocciosa, costituita da ciottoli arrotondati, cementati da una malta calcarea, è emersa nell'era Terziaria, attorno a venticinque milioni di anni fa. Queste rocce, formatesi in acque mosse, sotto la spinta dei movimenti della terra, dovuti alla deriva dei continenti, sono andate a sovrapporsi alla preesistente formazione rocciosa dei calcari dell'Antola. Da Savignone, centro dal quale prendono il nome, i conglomerati si estendono in direzione nord verso la media val Vòbbia e si esauriscono in val Borbera, nella poderosa e scoscesa bastionata che precipita sul greto del torrente, in prossimità degli abitati di Rocchetta e Cantalupo Ligure. [Queste gole hanno rappresentato un ostacolo per le comunicazioni tra i paesi: l'alta val Borbera, in particolare, è stata storicamente collegata più con le valli confinanti a monte che con la bassa valle, come è testimoniato nei molti toponimi con l'aggettivo "Ligure" e nelle caratteristiche nettamente liguri dei corrispondenti dialetti.]

Dalle due formazioni rocciose derivano forme del paesaggio molto diverse, poiché i calcari marnosi dell'Antola sono meno scoscesi, ricoperti di pascoli nei versanti a solatio, mentre le rocce dei conglomerati hanno profili ripidi, tormentati dall'erosione selettiva.»

(Valle Scrivia / Giovanni Meriana : cura
= Liguria guide. 1 -- SAGEP: Genova: 1989) 

la Pietra Parcellara / PF «La val Trebbia è interessata, in tutta la sua lunghezza, da formazioni geologiche non omogenee. [...] La formazione più coerente è quella del tratto iniziale, da Torriglia a Due Ponti. Il fiume si è aperto la strada fra i calcari marnosi, le argilliti e le arenarie, ha scavato in profondità, scomparendo a tratti alla vista in frequenti e chiusi meandri. Oltre Loco e Rovegno compaiono nel fondovalle zone detritiche: vi si trovano gli unici terreni pianeggianti della valle, un tempo intensamente coltivati. Se verso la linea spartiacque con le valli Brevenna e Borbera la formazione dei calcari marnosi dell'Antola genera il caratteristico paesaggio delle grandi dorsali, culminanti nelle cime svettanti dei monti Antola, Tre Croci, Carmo, familiari ai frequentatori della val Trebbia, al confine con la val d'Aveto il paesaggio cambia.

Qui l'erosione selettiva, agendo da millenni su una maggior varietà di formazioni rocciose (le arenarie di Casanova, le ofioliti, e persino un'emergenza granitica nel territorio di Rovegno, lo sfasciume morenico misto a detriti attorno a Fontanigorda) ha formato avvallamenti, picchi emergenti all'improvviso dal manto boscoso (la cima del monte Gifalco), massi isolati o accavallati gli uni sugli altri (il "Bosco delle Fate" a Fontanigorda, [la Conca Tribolata a nord di Santo Stefano d'Aveto]) emergenze rocciose tondeggianti e levigate (il monte Roccabruna dalla vasta parete di macigni rossastri).

la Conca Tribolata vista dalla Ciapa Liscia; sullo sfondo il crinale fra Aveto e Trebbia con il paese di Vicosoprano  / CG

Nei tratti di valle compresi tra Ponte Organasco e Confiente, dove l'Aveto si getta nel Trebbia, e nella stretta gola tra Marsaglia e Bobbio, sperone roccioso presso il Prato della Cipolla (val d'Aveto) / CG il Trebbia attraversa strati rocciosi compatti e resistenti. Forma così percorsi tortuosi [i "meandri incassati"], in cui l'acqua aggira speroni di roccia protesi verso il letto del fiume, offrendo l'immagine, a chi guarda dall'alto, di improvvise inversioni di scorrimento. Attorno a Bobbio altre formazioni rocciose danno vita al caratteristico paesaggio a calanchi

(Val Trebbia / a cura di Giovanni Meriana
= Liguria guide. 6 -- SAGEP: Genova: 1991) 

L'estremità settentrionale della catena montuosa è costituita da altre formazioni: i calcari del monte Pénice, i calcari e argille di Santa Maria, e gli affioramenti ofiolitici dei Sassi Neri, del monte Pietra di Corvo (nomi quantomai eloquenti) e della zona di Santa Margherita Stàffora e Pregola; secondo la leggenda, le rocce nere sarebbero tali perché gettate dal Diavolo durante la sua lotta contro san Colombano.

Nelle medie valli Curone e Stàffora, dai calcari si passa alle arenarie del monte Vallassa, tra le quali si aprono qua e là spettacolari calanchi, dove l'erosione accelerata ha dato ai versanti un aspetto spoglio e lunare, come nella zona di Cella di Varzi e fra le alte valli Nizza e Ardivestra; la morfologia è accidentata, come si nota anche percorrendo le strade, interessate spesso da piccole frane e smottamenti.

 


Dove comincia l'Appennino. Monti e valli / redazione ; © autori -- <https://www.appennino4p.it/monti.htm> : 2004.01 - 2009.04 -